E’ iniziata in questi giorni la distribuzione di 1977-1987. Quando il computer divenne personal, libro che mette in scena i primi dieci anni dell’incredibile e convulsa rivoluzione dell’informatica di consumo.
L’autore è Paolo Cognetti, tecnico, divulgatore informatico e appassionato di retrocomputing, che parte di questa storia l’ha proprio vissuta. Il suo, però, non è un racconto personale, tutt’altro: “Quando il computer divenne personal” è una raccolta di interventi e scritti di esperti italiani del settore, che, sullo scheletro di una lunga e dettagliata carrellata di macchine dell’epoca (oltre 70 schede, dal Commodore VIC-20 al Sinclair Spectrum, dall’Apple II all’Amiga 500) analizzano le rivoluzioni hardware dell’epoca, le innovazioni software, i personaggi che le hanno pensate e i manager e le aziende che le hanno rese possibili.
A dare la cifra dell’opera è l’autore d’eccezione che Cognetti ha scelto per la prefazione: Federico Faggin, il progettista del primo microprocessore messo in commercio, l’Intel 4004. «Un bel libro che fa una cronaca completa di una trasformazione tecnologica globale che per molti è passata quasi inosservata», scrive Faggin.
In tutto 470 pagine con oltre mille fotografie per un’eccellente guida pensata per gli appassionati allergici ai manuali tecnici, ma anche ai collezionisti e hobbisti più preparati che cercano una piccola enciclopedia del settore, che, oltre che letta dall’inizio alla fine, può anche essere consultata di volta in volta.
«Il libro – spiega Paolo Cognetti – è stato “assemblato”: preferisco scrivere in questo modo, visto che non mi ritengo un vero e proprio scrittore. E così ci sono contributi di altri 28 autori: Roberto Dadda, Cecilia Botta, Massimo Temporelli, Felice Pescatore, Luca Severini, Stefano Toria, Raffaello de Masi, Stefano Paganini, Ciro Barile, Marco Gastreghini, Alberto Ramasso, Emiliano Buttarelli, Fabio d’Anna, Marco Marinacci, Corrado Giustozzi, Enrico Colombini, Andea Vertua, Fabio Borborini, Xad Nightfall, Alessandro Polito, Carlo Santagostino, Piero Todorovich, Carlo Pastore, Andrea Pierdomenico».
Una pluralità di voci che rende l’approccio di “Quando il computer divenne personal” assolutamente laico, ma non senza qualche preferenza: «Inutile dire che il ruolo di Apple in questa rivoluzione è stato determinante – ammette Cognetti -. Non per nulla la pietra miliare di questa storia è l’Apple I. Certo non si può dire che senza Apple non sarebbe successo nulla: in quegli anni di progetti molto belli ce ne sono stati molti e tutti hanno avuto la loro parte nella storia e il loro successo. Sicuramente in questo sviluppo ha avuto un grosso ruolo Steve Jobs, non tanto dal punto di vista tecnico e dell’invenzione pura e semplice, quanto come grande uomo di marketing che sapeva prendere le idee, elaborarle e renderle grandi».
Ad apprezzare la apprezzare l’opera anche chi con Jobs, alla fine degli anni ’70 stava vivendo quella rivoluzione: «Paolo Cognetti porta vividamente alla luce la storia dell’informatica personale attraverso la più completa raccolta di affascinanti foto di quel periodo che io abbia mai avuto il piacere di vedere riunite in un libro», ha commentato Bob Lash, uno dei primi 35 membri dell’Homebrew Computer Club di San Francisco. Mentre il cofondatore di di Logitech Pierluigi Zappacosta, spiega che «Ho trovato quest’opera “enciclopedica”. Ho vissuto quegli anni da vicino e sono sorpreso dall’ammontare di foto e di informazioni che l’autore è riuscito a mettere insieme».
Per ricevere una copia del libro, è possibile contattare la e-mail p.cognetti@gmail.com.
Fonte: Macitynet.it
Errata corrige: a seguito della segnalazione da parte dello staff del MuPIn (Museo Piemontese dell’Informatica) si precisa Fabio Borborini NON è tra gli autori del libro. Al contrario, abbiamo colpevolmente dimenticato di citare Elia Bellussi, Presidente del MuPIn stesso (grande sostenitore dell’avventura dell’Apulia Retrocomputing sin dagli inizi – n.d.r.), che ha contribuito alla stesura del libro redigendone un intero capitolo.