L’Associazione ha ospitato nella splendida cornice del Caffè d’Arte DolceAmaro l’autore del libro Paolo Cognetti.
Ieri, sabato 14 marzo 2015, nella suggestiva cornice del Caffè d’Arte DolceAmaro di Bari, l’Associazione Apulia Retrocomputing ha organizzato un interessantissimo evento in cui lo studioso di retrocomputing Paolo Cognetti ha presentato il suo libro “1977-1987 – Quando il Computer divenne Personal”.
La sala del bellissimo Caffè D’Arte si è riempita di esperti e curiosi che sono rimasti letteralmente affascinati dall’intervento del prof. Stefano Ferilli prima e dell’autore del libro, Paolo Cognetti dopo.
Appassionata l’introduzione del vice presidente dell’Associazione Salvatore Lasorella: “I giovani di quarant’anni fa, invitati in un garage da Fred Moore per discutere di computer e scambiarsi le loro conoscenze, diedero il via alla rivoluzione digitale che ha cambiarono per sempre il corso della storia”.
Stefano Ferilli, professore associato presso il Dipartimento d’Informatica dell’Università di Bari, ha intrattenuto gli ospiti raccontando in modo chiaro e amabile la storia dell’Informatica. Un excursus storico fatto di personaggi e storie intrecciate, dalla creazione del primo calcolatore fino al personal computer. A partire dalla fine degli anni ’70, ha raccontato il professore, i primi giganteschi calcolatori inventati per lo più per scopi militari, grazie alla miniaturizzazione dei circuiti elettronici che lo resero “personal”, iniziò a entrare nelle case degli italiani e divenire un “semplice” elettrodomestico dalle dimensioni contenute. Dalle parole del prof. Ferilli si evince forte la nostalgia per quei tempi in cui i giovani si sforzavano di comprendere il funzionamento del computer, piuttosto che utilizzarlo, come accade oggi, come semplice elettrodomestico.
Paolo Cognetti, vero guru del retrocomputing, ha raccontato la propria esperienza di appassionato collezionista di vecchi pezzi da museo. Singolare la traiettoria che lo ha condotto, nel corso degli anni, a trasformare un semplice catalogo personale di calcolatori d’annata, in un’opera davvero unica in Italia. Cognetti possiede una collezione personale di oltre 200 computer funzionanti con i quali allestisce mostre sempre molto apprezzate, non solo dagli appassionati di retrocomputing. Recensendo le proprie macchine, anno dopo anno, l’autore è riuscito a far luce sulla vera storia dell’Informatica, ridando un volto a quegl’inventori che hanno cambiato il mondo, come nel caso dell’italiano Federico Faggin, di cui purtroppo si ricorda solo la sua invenzione, il microprocessore.
Grazie agli studi di Paolo Cognetti, molte leggende metropolitane sono state smentite, come quelle che ascrivevano a Steve Jobs l’invenzione del mouse che invece fu costruito per la prima volta da Bill English su un progetto di Douglas Carl Engelbart.
Cognetti nel suo libro spiega bene perché ci sono voluti 50 anni per arrivare al primo calcolatore e solo due per il personal computer. Tutto è accaduto fra il 1975 e il 1976 a Silicon Valley, grazie alla geniale intuizione di Henry Roberts che, grazie alla moda in voga in quegli anni fra gli appassionati di elettronica, costruì e mise in vendita il primo kit di montaggio di un vero computer, il famoso Altair 8800. Furono Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne a capire per primi che il computer sarebbe potuto diventare uno strumento per tutti. Nacque così la Apple che iniziò a produrre l’Apple I prima e l’Apple II dopo.
E’ meraviglioso sentire con quanto amore gli appassionati dell’associazione Apulia Retrocomputing parlano degli antenati degli attuali PC, che riempiono case e uffici di tutto il mondo. La loro opera davvero meritoria di attenzione si sta traducendo, proprio quest’anno, in un rapporto stabile con i giovani studenti, grazie anche alla sensibilità e al prezioso contributo offerto dalla prof.ssa Eleonora Matteo, Dirigente Scolastico dell’Istituto Tecnologico “Panetti”. In modo stabile, infatti, da un paio d’anni, l’Associazione collabora con il famoso Istituto barese nella educazione e formazione tecnologica dei giovani studenti, partendo proprio dai vecchi calcolatori e strumenti elettronici ben custoditi nel Museo Tecnologico Panetti.
Antonio Curci
Fonte: Metropolinotizie.it