Le aziende italiane che negli anni ottanta si lanciarono nel mercato dei computer non realizzarono semplicemente macchine da ufficio con CP/M o cloni Apple II / cloni IBM.
Infatti qualche ditta italiana si occupò di realizzare dei computer creati appositamente per gestire le analisi nei laboratori medici.
Un esempio è la DASIT s.p.a. di Bareggio (MI), che, nel 1983, progetto e realizzò un computer proprio con questo scopo: il Daphor 32.
Il Daphor 32 si presenta così, come un computer all-in-one di grandi dimensioni, molto pesante e robusto, con la struttura realizzata interamente in metallo, tranne il frontalino del monitor, realizzato in plastica.
Integra una monitor a fosfori verdi (in grado di visualizzare testo per 40 colonne e 25 righe), una tastiera a 56 tasti, e una piccola stampante termica, accessibile da uno sportellino posto sulla parte superiore del computer, con la quale venivano stampati i risultati delle analisi.
Per funzionare il Daphor 32 aveva bisogno di un analizzatore esterno. Tramite questo dispositivo potevano essere eseguite diverse analisi ed era possibile fare l’elettroforesi, ovvero separare le macromolecole in base la loro massa molecolare e carica elettrica. Questa tecnica può permette il sequenziamento del DNA.
Il computer Daphor 32 era spesso utilizzato negli studi medici e nei laboratori per condurre analisi del sangue.
Il computer è basato sul processore Z80 della Zilog e dispone di un sistema operativo proprietario residente su EPROM, creato dalla Dasit. Questo sistema operativo si basa sostanzialmente su dei menu a scelta. Tutto il firmware della macchina è contenuto in 26KB di memoria ROM.
La scheda madre del computer si presenta così:
Sono presenti: il processore Z80, 4 EPROM 2732, una EPROM 2764, 9 chip di RAM modello 6116 (da 2KB l’una) che portano la RAM del sistema a 18KB. Sono inoltre presenti delle interfacce programmabili Intel 8255, per il controllo della tastiera, della stampante, e delle porte posteriori.
Sul retro del computer sono presenti due connettori DB25, uno per l’interfacciamento con l’analizzatore e uno denominato “Computer”. Probabilmente quest’ultimo era pensato per collegare il Daphor 32 a un computer secondario, dove magari salvare i risultati delle analisi.
Internamente la macchina è predisposta per ospitare un lettore floppy da 5”25, è pure presente il firmware per gestirlo in una EPROM dedicata, tuttavia non è installato nell’esemplare oggetto di questo articolo.
La scheda video è separata dalla scheda madre:
In questa è presente il controller video principale, un EF9364. Sono poi presenti vari TTL di supporto e 4 RAM 6116, per un totale di 8KB di RAM video, e quindi 26KB di RAM totale nel computer.
Esisteva anche il Daphor 64, probabilmente una versione con più RAM e, probabilmente, il drive floppy da 5”25 integrato di fianco al monitor CRT.
Subito dopo l’accensione il Daphor 32 presenta la seguente schermata:
Nel menu iniziale è possibile selezionare in “COMPUTER” la velocità di comunicazione con il computer secondario: 9600/1200 Baud.
E’ possibile inoltre in “CHECK CONTROL” far partire la diagnostica per controllare il funzionamento corretto di RAM, stampante, monitor ecc.
Per utilizzare il computer è necessario entrare in “IMPOSTAZIONE” e, dopo aver inserito data e nome del laboratorio, è possibile settare le impostazioni di analisi.
Non si sa con certezza quanti Daphor 32 / Daphor 64 siano stati prodotti, ma dal numero di serie del Daphor 32 sopravissuto e trattato in questo articolo, si può dire ne siano stati realizzati sicuramente 305.
Probabilmente i pochi esemplari prodotti sono andati rottamati ancora diversi anni fa. L’esemplare in oggetto è perfettamente funzionante; è stato fatto il dump di tutte le EPROM per preservare il firmware (in caso di necessità di riparazione di una EPROM non funzionante) e per approfondire lo studio di questo curioso computer italiano.
Alessandro Liberalato – Apulia Retrocomputing