Noi generazione dei nati negli anni 70 abbiamo recepito per primi le innovazioni tecnologiche che proprio in quegli anni veniva fuori dai laboratori, primo fra tutti quella dell’italiano Federico Faggin che nel novembre 1971 diede inizio all’era del microprocessore con l’Intel 4004, il primo microprocessore al mondo e quindi a tutto quello che ne è seguito, tra cui proprio l’industria degli home computer che negli anni 70/80 diedero la chiave di accesso all’informatica a milioni di persone, che fino ad allora vedevano i computer come costosi e strani aggeggi ad uso esclusivo degli enti statali.
Proprio in quegli anni un estroso imprenditore, Jack Tramiel, sopravvissuto ai campi nazisti della seconda guerra mondiale, trasformò la sua fabbrica di calcolatrici Commodore in una marca di computer, cogliendo la grande opportunità che univa la possibilità di avere dei videogiochi su una macchina programmabile dall’utente con un prezzo accettabile. Iniziò cosi la grande escalation della Commodore che toccò il suo culmine dal punto di vista tecnologico con la serie AMIGA il 23 luglio del 1985, esattamente 30 anni fa, che in anticipo su tutti lanciò sul mercato una macchina avanti anni luce rispetto ai principali competitor dell’epoca, Apple e IBM, con un prezzo decisamente più conveniente, permettendosi anche il lusso di fare pubblicità comparative come quella nelle foto sotto a sx.
Si trattava di un computer fortemente orientato alla multimedialità (come ad esempio la famosa sfera nella foto in alto a dx) e che era in grado di soddisfare le nuove esigenze di grafica, modellazione 3D, titolazione, effetti speciali nel cinema, che in quegli anni cominciavano a vedersi e a diffondersi e che certamente non potevano trovare spazio su Pc con i monitor a fosfori verdi.
Nel 1992 , affascinato da tutte queste caratteristiche, sempre con i risparmi da studente come avevo fatto per acquisto dei miei precedenti home computer (Commodore Vic-20 e C128) mi recai nel negozio culto del mio paesino di 17.000 abitanti per acquistare il mio Amiga 1200, negozio che vendeva sia Pc compatibili che Commodore, ricordo infatti che mi fu proposto un 386, che ovviamente evitai. Mi si aprì il mondo dei floppy da 3.5” e dei tempi di caricamento che oggi possono sembrare lunghi ma che all’epoca erano rapidi rispetto a quelli dei registratori a cassetta; iniziai la mia prima esperienza con una GUI (graphic user interface) cioè quell’interfaccia utente grafica che ha traghettato tutti quanti dalle videate nere con i caratteri bianchi (tipo DOS) alle più colorate personalizzazioni che oggi ritroviamo sugli smartphone. Il mio utilizzo fu prevalentemente ludico, ma giocando imparai ad utilizzare molte bene il computer, cosa che ancor oggi mi agevola quando devo mettere in funzione qualsiasi oggetto tecnologico e di solito mi piace conoscere a fondo in tutte le sue sfaccettature per poterne usare tutte le caratteristiche.
BUON 30° COMPLEANNO AMIGA E GRAZIE DI TUTTO
Sinceramente,
Francesco Paolo Didonna (socio dell’Associazione Culturale Apulia Retrocomputing)
Beh l’Amiga non fu un progetto concepito dentro Commodore, ma fu acquisito al termine di un duello che vide contrapposte Atari (primo possibile compratore del progetto) e Commodore. Il progetto fu sviluppato all’esterno. È importante ricordare che l’Amiga era così tanto fuori dagli schemi che obbligò la Apple, una volta tanto, a rincorrere qualcuno più innovativo di lei ed uscire con l’Apple 2 gs che non impensierì minimamente le vendite commodore. Il mio primo contatto con l’Amiga (comprato tramite un annuncio su MC Microcomputer) è stato il dischetto Megademo IV, disponibile qui https://www.youtube.com/watch?v=F_DpVPEUVXk. Potete immaginare la mia reazione, che fino ad allora avevo sentito il beeper del Apple 2e… 🙂