Clive Sinclair (30.7.1940 – 16.9.2021) è morto. Sir Clive non c’è più.
Ma chi era Sinclair? Difficile dare una definizione precisa visto che le contraddizioni insite in ogni essere umano spesso ostacolano un giudizio univoco sul suo operato. Una particolare definizione, però, potrebbe rivelarsi davvero calzante: Clive Sinclair era un inventore. Peccato solo che questo termine rimandi ad un passato remoto fatto di scoperte straordinarie e che la narrazione dominante voglia convincerci (a torto, secondo me) che oggi non ci sia oramai più nulla da inventare, o quasi. Credo quindi sia più opportuno definirlo innovatore.
Ed in effetti è cosi. Leggendo un pò della sua biografia si scopre che in ogni campo in cui si è cimentato egli ha innovato, ossessionato dall’obiettivo di rimpicciolire, di miniaturizzare tutto: radio, orologi, calcolatrici, tv, computer, persino i mezzi di trasporto. Ma l’intuzione che lo muoveva era più profonda e consisteva nell’aver compreso che la chiave per la diffusione dei dispositivi tecnologici d’uso quotidiano risiede nella cosiddetta portabilità, caratteristica imprescindibilmente legata alla progressiva riduzione dell’ingombro di quegli stessi dispositivi.
Animato da questa intuizione Sinclair ha prodotto oggetti dal costo contenuto e dal design visionario e futuristico, fattori essenziali per riscuotere un successo commerciale ottenuto spesso, sebbene non sempre.
La sua fama sopravviverà all’inevitabile declino, rimandato più volte, di una carriera imprenditoriale costellata da successi per tutti gli anni 60, 70 ed 80 del XX secolo. Nell’immaginario collettivo resterà per sempre impresso come un ineguagliabile fattore moltiplicativo delle conoscenze informatiche di un’ampia fetta della popolazione europea, come un carismatico ispiratore di intere generazioni di programmatori e di professionisti affermatisi in svariati campi, che gli tributano un meritato omaggio.
Grazie anche da parte loro, zio Clive! Non potremo mai dimenticarti.
Salvatore Lasorella
(Immagine presa dal web)